Le motivazioni dietro un lavoratore che lascia l’azienda

COSA SPINGE UN LAVORATORE AD ANDARSENE?

Sempre più spesso, i lavoratori decidono di dimettersi dal proprio posto di lavoro. Le motivazioni che portano a questa scelta possono essere diverse e complesse.

In alcuni casi, la decisione è motivata da fattori economici. Il lavoratore potrebbe aver trovato un’offerta di lavoro con un stipendio più alto o con migliori condizioni lavorative. Oppure, potrebbe aver deciso di avviare un’attività in proprio.

In altri casi, la decisione è motivata da fattori non economici. Il lavoratore potrebbe essere insoddisfatto del proprio lavoro o del proprio ambiente lavorativo. Potrebbe sentirsi sottopagato, non valorizzato o non stimolato. Oppure, potrebbe avere problemi con i colleghi o con i superiori.

Sempre più frequentemente, le dimissioni sono causate da un malessere emotivo. Il lavoratore potrebbe sentirsi stressato, frustrato o esaurito. Potrebbe soffrire di burnout o di ansia lavorativa.

In alcuni casi, la decisione di dimettersi è dovuta a motivi personali. Il lavoratore potrebbe aver bisogno di più tempo per la famiglia o per se stesso. Oppure, potrebbe dover trasferirsi per motivi familiari o di salute.

Qualunque sia la motivazione, la decisione di lasciare un posto di lavoro è sempre importante e delicata. È importante valutare attentamente tutti i pro e i contro prima di prendere una decisione definitiva.

Le motivazioni legate alla persona

Tra le motivazioni legate alla persona, possiamo per esempio citare:

  1. il cambio di stile di vita: per esempio l’andare a vivere altrove o il volersi dedicare maggiormente alla famiglia, a sé stessi, alle proprie passioni;
  2. eventi improvvisi in cui mai nessuno vorrebbe incorrere ma che purtroppo accadono: un doversi vedere costretti ad assistere un famigliare o una malattia invalidante che impedisce al collaboratore stesso di continuare a lavorare alle attuali condizioni;
  3. scelte differenti maturate nel tempo e legate a nuove priorità, nuovi interessi, nuovi valori, nuovi e differenti obiettivi professionali non più conciliabili con l’attuale posizione, ruolo, azienda;
  4. il pensionamento, alcuni magari vorrebbero continuare a lavorare “come se niente fosse cambiato”, altri ancora a lavorare ma trasformando la loro attività professionale primaria  in una accessoria e occasionale (e non tutte le aziende permettono liberamente al collaboratore di scegliere);
  5. la decisione di diventare freelance ed aprire un’attività in proprio;
  6. la concorrenza che spesso è più attraente, perché offre proprio quelle opportunità che l’azienda in questione non è riuscita o non ha voluto dare al collaboratore.

A meno che non siano fin dall’inizio decisioni perentorie e non negoziabili, nella maggior parte dei casi, la decisione di andarsene subentra dopo che non si è riusciti a trovare un accordo con l’azienda e a ridefinire le attuali condizioni di collaborazione.

Le motivazioni legate al posto di lavoro

Tali motivazioni sono principalmente legate a una serie di accadimenti e cambiamenti che subentrano nel tempo e che possono portare un lavoratore a decidere, più o meno liberamente, di non accettarli/subirli e quindi di volersene andare.

Tra queste possiamo per esempio citare:

  1. cambiamenti legati al contratto di lavoro, quali il ruolo e la mansione svolta o al contrario promesse non mantenute rispetto a cambiamenti attesi, quali un aumento di salario;
  2. caratteristiche intrinseche al ruolo, all’attività, ai ritmi e ai tempi di lavoro;
  3. mancanze da parte del datore di lavoro nel riuscire a cogliere i bisogni e le esigenze dei suoi collaboratori, di offrire loro opportunità di crescita e di formazione;
  4. politiche del personale inesistenti, troppo rigide o fortemente lontane da concetti attuali quali welfare aziendale e work life balance;
  5. incompatibilità con i capi, la cultura, i valori aziendali;
  6. presenza di manager o superiori autoritari, dittatoriali, incompetenti, totalmente disinteressati ai loro collaboratori con tutte le conseguenze che ne derivano, oltre che di colleghi magari troppo preoccupati di farsi notare e lodare da tali figure per riuscire a collaborare e a creare relazioni sane e costruttive;
  7. ambienti malsani caratterizzati da tensioni, competitività, assenza di meritocrazia e collaborazione, colmi di “zombie” che si aggirano per i corridoi o di “mine vaganti” pronte ad esplodere in qualsiasi momento;
  8. comportamenti illegittimi da parte del datore di lavoro, fino ad arrivare a situazioni distruttive quali quelle del mobbing, del sessismo o delle molestie.

Negli ultimi anni, il numero di dimissioni è in aumento.

Questo fenomeno, conosciuto come “Great Resignation“, è particolarmente diffuso nei paesi occidentali

Le cause di questo fenomeno sono diverse. Alcune di queste sono:

  • La pandemia di Covid-19. La pandemia ha portato a un ripensamento delle priorità da parte di molti lavoratori.
  • Il cambiamento del mercato del lavoro. Il mercato del lavoro è sempre più competitivo e i lavoratori hanno più opportunità di trovare un nuovo lavoro.
  • Le nuove tecnologie. Le nuove tecnologie hanno portato a un cambiamento delle modalità di lavoro e a una maggiore flessibilità.

Le dimissioni possono avere un impatto negativo sulle aziende. Le aziende che perdono i loro migliori talenti possono avere difficoltà a trovare nuovi dipendenti e a mantenere la loro competitività.

Per contrastare il fenomeno delle dimissioni, le aziende dovrebbero:

  • Migliorare le condizioni lavorative. Offrire stipendi più alti, migliori benefit e un ambiente di lavoro più sicuro e stimolante.
  • Investire nella formazione dei dipendenti. Aiutare i dipendenti a sviluppare le loro competenze e a rimanere aggiornati sulle ultime tecnologie.
  • Promuovere la comunicazione e il dialogo con i dipendenti. Ascoltare le loro esigenze e cercare di risolvere i loro problemi.

In conclusione, le motivazioni che spingono un lavoratore a lasciare un posto di lavoro sono diverse e complesse. Le aziende dovrebbero cercare di capire queste motivazioni e mettere in atto misure per contrastare il fenomeno delle dimissioni.

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