Dal 2018 al 2022 la percentuale di imprese che domanda nuovo personale è raddoppiata, passando del 9,3% al 18,9%. Nonostante ciò resta sul campo il problema del disallineamento tra la domanda e l’offerta di lavoro soprattutto per alcuni tipi di professione. Il 37% delle aziende cerca principalmente operai specializzati. Ossia tecnici specializzati dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici, metalmeccanici specializzati. Ma anche installatori e manutentori di attrezzature elettriche ed elettroniche.
Carenti anche profili non qualificati
Ma sono carenti anche profili non qualificati. Circa il 21% delle imprese che domanda nuovo personale è alla ricerca di facchini, addetti alle consegne, addetti alla pulizia dei veicoli, ecc.. Sono alcune evidenze emerse nella nuova indagine RIL (Rilevazione Imprese Lavoro) . La mancanza di competenze, l’assenza di candidati e i frequenti abbandoni, si riassumono in un fenomeno, il cosiddetto labour shortage. Esiste in molti paesi, ma è particolarmente pronunciato in Italia, specie con riferimento ai giovani e ad alcuni settori.
Come superare questa problematica
Come superare questa problematica e che ruolo può giocare la formazione nel mercato del lavoro italiano è stato discusso al salone di orientamento nazionale Job&Orienta 2023. «Si potrebbe affermare che in Italia l’offerta di lavoro presenta forti limiti rispetto alla domanda. Questo sia per mancanza di competenze adeguate sia per diffuse indisponibilità a svolgere certi lavori. Sicuramente la sfida più difficile, , è il matching tra domanda e offerta di lavoro. Questa richiede un radicale miglioramento dell`istruzione e della formazione tecnica professionale. Ma anche da un lato una migliore disponibilità dei giovani verso mestieri considerati troppo faticosi o poco prestigiosi. E’ necessario inoltre un miglioramento della qualità delle condizioni di alcune posizioni lavorative. Il potenziamento dei servizi di orientamento è di estrema importanza per risolvere tutte queste criticità».
Decontribuzione Sud
Altri incentivi, quali la Decontribuzione Sud (e quello per l’assunzione dei Giovani under 36 , hanno scarso impatto sulle criticità emergenti sul lato dell’offerta.
«Se gli incentivi per favorire le assunzioni ci sono – ha concluso il presidente Fadda – ciò che va potenziato è senza dubbio il servizio di orientamento: i giovani avrebbero bisogno di essere accompagnati e sostenuti nella costruzione e nella realizzazione del loro progetto di vita, a partire dalle scelte dei percorsi di istruzione e di formazione professionale coerenti con i fabbisogni delle aziende e con l’emergere delle nuove professioni fino all’accompagnamento nella ricerca del lavoro».